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Pirateria o AI: quale minaccia è più dannosa per gli artisti?
Pirateria o AI: due facce della stessa rapina?
Negli ultimi mesi, settimane, giorni, ore, i social si sono riempiti di proteste da parte di artisti contro l'uso dell'intelligenza artificiale nel mondo del disegno. L'indignazione è forte, viscerale, personale. La AI "ruba lo stile", "imita senza chiedere", "trasforma il lavoro di anni in un clic". Eppure, molti degli stessi artisti che alzano la voce contro l'intelligenza artificiale non reagiscono con la stessa forza quando le loro opere vengono piratate e diffuse illegalmente online.
Perché questa disparità di reazione? Perché un'AI genera rabbia e un sito che offre download illegali viene tollerato quasi con rassegnazione? Proviamo a capire.
1. L'AI è un furto "industriale"
La pirateria è percepita come un fenomeno che riguarda il prodotto finito. L'intelligenza artificiale, invece, agisce a monte, nel cuore della creazione.
Un artista può accettare, magari con fastidio, che qualcuno legga gratis il suo fumetto online. Ma quando scopre che un software si è allenato sul suo stile, sulle sue linee, sulle sue scelte estetiche... la reazione è diversa. È più viscerale. Perché si tocca l'identità, non solo il portafoglio.
2. La pirateria è "vecchia", l'AI fa paura perché è nuova
La pirateria esiste da decenni. Gli artisti ci convivono, la considerano quasi una parte del sistema, anche se tossica.
L'AI, invece, è una minaccia nuova e ancora poco compresa. Non ha volto, non ha regole chiare, e agisce nel silenzio dei server. Genera immagini che sembrano "vere", ma senza alcuna anima. Questo la rende più inquietante, e quindi oggetto di una reazione più accesa.
3. La pirateria colpisce l'editore, l'AI colpisce l'artista
Quando un fumetto viene piratato, spesso si pensa: "Ci perde la casa editrice".
Ma quando l'AI copia uno stile o una fanart, colpisce direttamente l'autore.
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Non riceve crediti.
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Vede il suo stile usato da altri.
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Sente minacciato il suo valore artistico.
Questa differenza di impatto spiega perché l'AI scateni più indignazione personale rispetto alla pirateria.
4. Il web alimenta la battaglia visiva contro l'AI
Fare un post contro l'AI è immediato, visivamente potente. Si generano commenti, like, reazioni. Fa community.
Al contrario, denunciare la pirateria online rischia di:
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Sembrare una "crociata inutile".
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Attirare critiche del tipo: "I fumetti costano troppo" o "me lo leggo gratis perché non arriva in Italia".
Molti artisti, per paura di sembrare contro i fan, preferiscono tacere sul tema pirateria.
5. L'AI è vista come una profanazione dell'arte
La pirateria copia. L'AI simula la creazione. E questo fa molta più paura.
Un artista può accettare che qualcuno legga gratis la sua opera (magari sperando che poi la compri). Ma vedere un algoritmo che genera immagini nel suo stesso stile, spesso più velocemente e con meno sforzo, è vissuto come un attacco diretto alla dignità artistica.
È come se la AI dicesse: "Tu non sei più necessario". E questo, per chi crea con passione, è inaccettabile.
Conclusione
La pirateria e l'intelligenza artificiale hanno un punto in comune: entrambi sfruttano il lavoro creativo senza autorizzazione. Ma toccano corde diverse.
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La pirateria è un male conosciuto, rassegnato.
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L'AI è un male nuovo, che minaccia il ruolo stesso dell'artista.
Entrambe meritano attenzione, consapevolezza e una risposta collettiva. Ma forse è tempo che gli artisti, le community e i lettori imparino a difendere l'arte sempre, non solo quando la paura è più rumorosa della coscienza.
Perché se lasciamo che ci rubino oggi la dignità, domani non ci resterà più nemmeno il diritto di lamentarci.